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La banda dei rapper che rapinava i ragazzi

23 Gen 2022

La banda dei rapper che rapinava i ragazzi

Con la loro musica, ammesso che la «trap» la si possa considerare tale, erano diventati un punto di riferimento per molti giovani. Migliaia di visualizzazioni sui loro video e incetta di follower sui social tra i giovanissimi. Allo stesso tempo, però, i nuovi rapper milanesi sono protagonisti veri di storie reali di crimini e violenze. I due nomi
più conosciuti, Baby Gang, nome d’arte del ventenne Zaccaria Mouhib, e Neima Ezza, ossia Amine Ez Zaaraoui anche lui 20 anni, sono stati arrestati per una serie di rapine. A fermarli un’indagine dei carabinieri e della Questura di Milano.
Avvicinavano le vittime con una scusa, chiedendo informazioni o fingendo di avere bisogno di un accendino. Poi le aggredivano e le derubavano. Pugni, schiaffi, spintoni, armi: così sparivano collanine, portafogli e altri oggetti di valore. Per quattro rapine, commesse tra Milano e Vignate, sono stati arrestati i giovani rapper Baby Gang, Neima Ezza e Samy Free, tutti di origine nordafricana e caratterizzati da «una particolare spregiudicatezza» che è «sintomo di una concreta pericolosità sociale», come scrive il gip milanese, Manuela Scuderi, nell’ordinanza di custodia cautelare.
Sì, perché in seguito alle indagini svolte dagli agenti della questura di Milano e dai carabinieri della compagnia di Pioltello, uno dei tre è finito in carcere, mentre gli altri due agli arresti domiciliari. Dietro alle sbarre il 20enne Baby Gang, già destinatario di diversi provvedimenti giudiziari, tra cui un Daspo ricevuto insieme all’amico Rondo da Sosa – uno dei rapper invitati a Palazzo Marino lo scorso aprile dal sindaco, Beppe Sala -, dopo aver creato disordini davanti alla discoteca Old Fashion. La misura nei confronti del giovane, infatti, è stata emessa dal giudice proprio per «contenere il pericolo di recidiva».
Ma nella cronaca milanese degli ultimi mesi è comparsa più volte anche la figura di Neima Ezza (nome d’arte di Amine Ez Zaaraoui), marocchino di 20 anni coinvolto nell’aggressione alla polizia dello scorso aprile nel quartiere di San Siro quando, proprio durante le riprese di un video musicale girato in strada, circa 300 ragazzi – tra cui anche Baby Gang – avevano lanciato contro gli agenti sassi e bottiglie. Ma le imprese dei giovani rapper, che nei testi delle loro canzoni parlano proprio di periferia, droga e criminalità, sono proseguite anche nei mesi successivi, tra Daspo emessi dal questore di Milano e una sorveglianza speciale – sempre nei confronti di Baby Gang- richiesta dalla questura di Sondrio. E, naturalmente, le rapine per cui adesso sono stati arrestati.

Insomma non proprio dei «bravi ragazzi», da invitare nei palazzi delle istituzioni o da indicare come modello di recupero sociale. Con le loro gesta, i rapper, hanno dimostrato essere l’esatto contrario: un problema dentro il problema sociale. «Ringraziamo la Questura di Milano e le forze dell’ordine per l’arresto dei rapper, che non solo sono stati protagonisti della sassaiola dell’anno scorso a San Siro, ma hanno anche compiuto diverse rapine e pestaggi in questi ultimi mesi», afferma Stefano Bolognini, commissario provinciale di Milano della Lega, «sosteniamo senza se e senza ma l’operato delle forze dell’ordine perché il senso di impunità percepito da certi delinquenti deve finire. Inoltre, mi sembra del tutto eviden-
te che storie come queste dimostrino, ancora una volta, che quella gestione dei flussi migratori e quelle politiche
di integrazione tanto care alla sinistra e messe in campo dal Comune di Milano e dalle ultime amministrazioni abbiano fallito completamente».
«Il bollettino della sicurezza c’informa dell’arresto di rapper ventenni. Pensare che pochi giorni fa, in una surreale dichiarazione alla stampa, il sindaco Sala dichiarava di confidare nell’aiuto dei rapper per risolvere i
problemi legati al disagio e all’integrazione sociale, soprattutto nelle periferie.», afferma Gianluca Comazzi, consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, «dall’approccio del Comune si capiscono molte cose, in primis il motivo per cui la nostra città è diventata la capitale dell’insicurezza in Italia».

I due rapper arrestati avevano partecipato alla sassaiola di San Siro e fanno parte dello stesso «giro» dei ‘colleghi’ incontrati da Sala. «Il sindaco, anche in Consiglio Comunale, continua a sottovalutare il problema e a
ricondurlo esclusivamente al disagio post Covid», evidenzia Chiara Valcepina, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, «dimostrando una cecità ideologica insopportabile. La verità è il fallimento nella gestione di politiche giovanili, sicurezza, immigrazione e integrazione. Gli interventi di facciata promossi in questi anni hanno creato una profonda insicurezza per i cittadini milanesi a cui l’amministrazione ha il dovere di rispondere».

Qui articolo originale:

01.23.2022 [Libero Milano] Sgominata la banda dei rapper che rapinava e picchiava i ragazzi